La sindrome del colon irritabile si manifesta generalmente in bambini in età scolare.
Terapie, o più precisamente, metodi terapeutici, comprendono sostanzialmente interventi dietetici, farmacologici e psicosociali.
Nello specifico, cos’è
La sindrome del colon irritabile (SCI) è definita come un disordine funzionale gastrointestinale che è caratterizzato principalmente da dolori addominali spesso associati a cambiamenti significativi del numero di evacuazioni – consistenza delle feci.
È proprio da come si modificano il numero e la consistenza delle evacuazioni delle feci, si possono distinguere due tipi di sindrome:
- variante con stipsi
- Variante con diarrea
Quali sono le cause
Cause e fattori, ad oggi non sono stati completamente compresi, e quindi chiariti.
Questa sindrome viene comunemente definita un disordine non organico.
Ciò significa che assolutamente non compromette la struttura anatomiche/o la funzione di organi.
Sostanzialmente, si considera come un’alterazione dell’asse cervello-intestino. I fattori socio-psicologici rivestono un ruolo fondamentale.
Quest’ultimi, unitamente ad una dieta squilibrata, possono contribuire all’insorgenza della sindrome del colon irritabile.
Come si diagnostica
I criteri per la diagnosi, denominati “Criteri di Roma IV” sono ben precisi e devono essere tenuti in considerazione per almeno 2 mesi.
I criteri per la diagnosi della sindrome del colon irritabile sono:
- Dolore addominale 4 giorni/mese, generalmente associato ai seguenti sintomi: dolore nelle evacuazioni, frequenza modificata delle evacuazioni, cambiamento della consistenza delle feci;
- Il dolore non passa (nei bambini che soffrono di stipsi) anche quando quest’ultima è risolta;
- Dopo un’accurata valutazione del medico, i sintomi non appartengono ad un’altra malattia.
Per una diagnosi accurata, è fondamentale conoscere e raccogliere più informazioni possibili della storia del bambino.
Quindi, ricerca di eventuali sintomi allarmanti di una eventuale malattia organica:
- dolore notturno
- perdita di peso
- sangue nelle feci
- febbre
- dolori articolari
- ritardo di crescita o sviluppo puberale
- familiarità di malattie croniche
A questo vanno associati eventuali fattori psicologici/sociali. Ascolto attento dei genitori nella descrizione del bambino, eventualmente “ansioso”.
Sulla base di queste informazioni e dei dati clinici, il medico, può richiedere esami di approfondimento, per escludere in modo significativo eventuali presenze di vere e proprie malattie.
Come si cura
L’obiettivo di ogni intervento terapeutico, essendo questa sindrome un disturbo funzionale è quello di rendere migliore la qualità della vita del bambino.
Il passo fondamentale è sicuramente quello di spiegare nel dettaglio ai genitori e possibilmente anche al bambino l’assenza di una malattia organica.
Le terapie principali, comprendono interventi dietetici, psicosociali, farmacologici.
Inizialmente, nei bambini che presentano questa sindrome, bisogna effettuare un trattamento della stipsi con “rammollitori fecali”. Solo se il dolore addominale persiste, si potrà parlare di sindrome del colon irritabile.
In conclamati errori di dieta, si può modificare la stessa introducendo adeguate quantità di fibre e ridurre il lattosio. Quest’ultimo riduce il gonfiore addominale.
L’apporto di fruttosio, zuccheri fermentati e legumi si devono ridurre in caso di diarrea.
Tra i farmaci che si utilizzano frequentemente nei bambini con la sindrome del colon irritabile vi sono:
- Antibiotici
- Probiotici
- Farmaci antidepressivi
In conclusione, al momento non non c’è un trattamento che sia efficace.
Il medico dovrà valutare caso per caso e definire una strategia mirata per migliorare la sintomatologia.
È fondamentale comunque un approccio psicologico, anche con sedute di terapia comportamentale e psicoterapia.